Un’altra scuola, un’altra società

     Sulla base dell’esperienza fatta, la possibilità di un’altra scuola e di un’altra società in cui il diritto allo studio e al futuro e il diritto alla piena realizzazione e alla piena espressione non siano un privilegio dei figli dei ricchi e dei potenti, ma diritti di ciascuno e di tutti, mi sembra a portata di mano, a condizione che si scommetta sulla formazione e sulla cultura.

     Quando parlo di diritto alla piena espressione, penso ad una scuola che, assieme alle conoscenze e alle competenze, sappia trasmettere anche la gioia dell’agire etico e solidale, il piacere di accostarsi alla mensa degli dei e di godere della letteratura, della poesia, della musica, dell’arte… e la capacità di stupirsi, emozionarsi e commuoversi davanti alla bellezza e alle meraviglie del creato e ai prodigi della mente e dell’animo umano.

      Quando parlo di diritto alla piena realizzazione, penso semplicemente ad una scuola in grado di offrire a ciascuno il famoso “panino con la Divina Commedia” (espressione usata dal ministro Tremonti, in tutt’altro senso , ma che ringrazio per l’efficace sintesi).

     Sono certa infatti che, se la scuola riuscisse a garantire a tutti l’essenziale e a fare gustare la Divina Commedia, la società intera ne trarrebbe grandi vantaggi e anche la commedia umana diventerebbe un po’ divina.