L’esperienza scolastica

     Dall’impegno giovanile alla responsabilità di docente il passaggio non è stato semplice, ma è stato addirittura traumatico quando, per non viaggiare, ho deciso di lasciare l’insegnamento di Storia e Filosofia per quello di Materie Letterarie nella scuola media.

     Alla scuola media, infatti, non ho trovato i timidi figli dei contadini di Vicchio Mugello, ma una realtà che superava ogni pessimistica previsione.

     In una prima classe di una scuola media di periferia, infatti, appena undici, dico undici, ragazzini mi hanno messa in crisi e mi hanno fatto provare la disperazione che oggi sempre di più provano tanti miei colleghi e, perciò, ho valutato seriamente l’ipotesi di cambiare lavoro.

     In quella classe, oltre al senso di incapacità e di impotenza, ho provato anche il disagio di chi si sente vittima delle vittime; ero consapevole, infatti, che quei ragazzi erano vittime di una società che, per certi versi non sa, ma per altri non vuole trovare soluzioni per i loro problemi.

     Il successivo passaggio nel Sostegno, fatto sempre per la sede, mi ha invece ridato la fiducia. Nel nuovo ruolo, infatti, (a parte i sensi di inadeguatezza, attenuati nel tempo ma sempre presenti) mi sono sentita in una condizione di privilegio rispetto ai miei colleghi curriculari: innanzitutto, perché non mi sono più trovata a gestire da sola situazioni difficili; essendo sempre, o quasi, in compresenza, avevo infatti la possibilità di confortarmi e confrontarmi costantemente con loro, di dividere e condividere problemi, conoscenze, competenze e strumenti; in secondo luogo, avevo maggiore autonomia e quindi maggiori possibilità di accogliere e ascoltare ad uno ad uno gli alunni, di conoscere bene situazioni e problemi, di stabilire un contatto ed una relazione umana, ancora prima che didattica, e di mediare nelle situazioni conflittuali; in terzo luogo, mi sono potuta dedicare con maggiore serenità alla ricerca e alla sperimentazione.

     Ho scelto perciò, alla fine, di rimanere nel Sostegno, anche perché in questo ruolo potevo individuare e gestire meglio tutte le risorse umane e materiali disponibili a vantaggio di ciascuno e per il benessere di tutti.