Una via per la dislessia
Con leggerezza hanno sentenziato
che per la scuola non ero tagliato
e che di studiare non ero capace,
togliendomi il sonno, la gioia e la pace.
Che non apprendevo per la mia distrazione
e perché pensavo ad altro durante la lezione;
che andavo punito per la mia pigrizia,
facendomi torto e grave ingiustizia.
Lettere e numeri confondevo e omettevo,
suoni e sillabe sostituivo e invertivo.
Nella lettura ero molto lento e insicuro
e il senso delle frasi mi rimaneva oscuro.
Questa è stata la mia scuola elementare:
un vero incubo in ogni modo da evitare.
Alla scuola media, perciò, non volevo andare
perché non sapevo leggere, né scrivere e contare.
Ma finalmente qualcuno disse “dislessia”,
mi rassicurò, mi incoraggiò e mi indicò una via.
Col PROGETTO G.I.O.CO. mi è tornato il sorriso
che con i miei compagni ho volentieri condiviso.
Per ogni problema si trovava la soluzione,
cancellando mortificazione e frustrazione;
e per affrontare ogni tipo di difficoltà,
ci si inventava sempre qualche novità.
Così, giocando, ci divertivamo a imparare,
ad aiutarci l’un l’altro e a cooperare.
Costruendo cruciverba, il sapere era assicurato
e il piacere di apprendere sempre alimentato.
E tanti altri giochi per imparare nuove parole
e per vedere in fondo al tunnel la luce del sole.
Ogni esercizio è diventato un gioco infinito
che ci ha reso lo studio interessante e gradito,
svelandoci un mondo meraviglioso,
rendendo ognuno sempre più curioso
e in trepida attesa di nuove aurore
per arricchire l’intelligenza del cuore.
E se le vacanze erano motivo di gioia
sono poi diventate solo fonte di noia.
perché ogni giorno di scuola era ormai speciale:
col PROGETTO G.I.O.CO. ognuno sempre vale.