La necessità di trovare risposte adeguate ai bisogni di ciascun allievo mi ha spinta a costruire i miei strumenti, quando non potevo acquistarli e quando non trovavo in commercio quello che mi serviva per raggiungere gli obiettivi che mi prefiggevo. Mentre preparavo per i miei alunni schede operative, cruciverba, giochi….ho imparato contenuti che ignoravo e ho scoperto una nuova modalità di “imparare facendo”; indicazione, di per sé, non facile, non dico da comprendere, ma sicuramente da mettere in pratica per chi, come me, nel percorso formativo aveva conosciuto e sperimentato soltanto il metodo trasmissivo.
Tale particolare modalità di apprendere, (una modalità tra tante, ovviamente), mi portava automaticamente ad analizzare, ad approfondire ed a riflettere sui processi di apprendimento e quindi a ricercare, a ideare e a costruire strumenti sempre più adeguati ed efficaci. L’attività manuale, infine, mi rilassava e mi gratificava; provavo, infatti piacere, nel produrre i miei strumenti di lavoro e nel vedere i miei prodotti, per quanto imperfetti.
Ho pensato allora di proporre agli alunni i percorsi che sperimentavo, ritenendo che potessero essere per loro proficui. Le classi in cui mi sono trovata ad operare sono, così, diventate dei veri e propri laboratori.
Ho cominciato, infatti, sempre di comune accordo con i colleghi, a chiedere aiuto e collaborazione per la produzione dei materiali didattici, innanzitutto, agli alunni che non seguivano le attività scolastiche perché avevano difficoltà di apprendimento e/o di adattamento. Ma ben presto eravamo costretti a coinvolgere tutta la classe, perché anche gli altri erano interessati alle nuove proposte, che trovavano molto più stimolanti di quelle tradizionali.
Mi è capitato, per esempio, quando proponevo attività di recupero ortografico attraverso la costruzione di cruciverba, che ragazzi che scrivevano correttamente commettessero volutamente errori di ortografia per poterli realizzare anche loro.
Questo mi costringeva a studiare dei percorsi che permettessero a tutti gli alunni di lavorare con modalità motivanti ed efficaci ma in maniera tale che ciascuno progredisse, accrescesse le proprie conoscenze e sviluppasse le proprie competenze.
Sono, così, venuti fuori dei progetti integrati e integranti, riguardanti non solo gli alunni tra di loro e i docenti come consiglio di classe, ma anche di integrazione e scambio, collaborazione e cooperazione tra alunni e docenti. In tal modo, soggetti portatori di handicap e con difficoltà di apprendimento, avendo appreso per primi tecniche diverse, hanno svolto attività di tutoraggio nei confronti dei loro compagni di classe, ma anche di altre classi dello stesso Istituto che frequentavano e di altri Istituti con i quali erano stati attivati progetti in rete.
L’esperienza più significativa è stata quella di coinvolgere alunni diversamente abili in laboratori di didattica per docenti, tenuti per conto della sezione messinese dell’As.Pe.I. (Associazione Pedagogica Italiana). Questi allievi hanno illustrato agli insegnanti nuove strategie di apprendimento, attraverso giochi e materiali didattici, realizzati assieme ai compagni.