Sulle ali della fantasia
Quando, da piccoli, non potevamo uscire
anche in casa ci divertivamo da morire:
la nostra fantasia sfrenata e galoppante
ci permetteva di stare in qualsiasi ambiente.
Con niente ci riuscivamo ad organizzare
e se, per esempio, al mare volevamo andare,
ci abbronzavamo a lume di cera,
non solo di giorno ma pure di sera.
Nelle acque più azzurre e più pulite
e di ogni specie di pesci popolate
ci sentivamo su un colorato lenzuolo
semplicemente steso al suolo.
E lì stavamo tranquillamente a sguazzare
e a dorso, a rana, a stile libero nuotare.
Ci spostavamo a bordo di balene
e chiacchieravamo con le sirene;
con loro gareggiavamo a fare i tuffi
ed eravamo felici anche se buffi.
Se, invece, sulla neve decidevamo di andare
nello stesso posto ci allenavamo a sciare:
era sufficiente cambiare il lenzuolo
e, su una pista bianca, eravamo già a Crissolo.
Con gli indiani ci trovavamo subito dopo nella foresta,
saltando in sella alle sedie con una forchetta in testa.
Per il nostro giornalino rinunciavamo ad ogni pietanza
nella tipografia che occupava sempre la stessa stanza.
E sempre lì eravamo ad allestire il teatrino,
se mettevamo in piedi qualche spettacolino.
Andare sulla luna per noi non era un problema,
ci arrivavamo con una piccola Lancia Tema.
Potevamo raggiungere qualsiasi posto
con qualunque mezzo e a zero costo.
Con la magia ogni desiderio diventava realtà
ed erano così felici pure mamma e papà.