Ed è esattamente quello che abbiamo provato a fare in questi anni col PROGETTO G.I.O.CO., cogliendo e trasformando le emergenze sociali, educative e didattiche in occasione di riflessione e di confronto e in opportunità di crescita, di cambiamento e di reale progresso per tutti.
E lo abbiamo fatto, innanzitutto, mettendo da parte egoismi e individualismi; stabilendo priorità e individuando l’essenziale; svolgendo ciascuno la propria parte e diventando tutti protagonisti. Anzi, spesso proprio gli alunni più demotivati e con problemi e difficoltà, avendo imparato ad usare prima dei compagni le strategie, i metodi e gli strumenti del PROGETTO G.I.O.CO., sono stati coinvolti in attività di tutoraggio nella propria e in altre classi, e addirittura, in corsi di formazione per i docenti, per cui, proprio gli ultimi sono diventati di fatto i principali protagonisti di un cambiamento e di una innovazione educativa e didattica, basati sulla responsabilità, la cooperazione e la solidarietà.
Quando gli emarginati si sentono accolti, rispettati e valorizzati, l’autostima vola e assieme al piacere di sentirsi competenti (conseguente alle esperienze di successo, favorite da una didattica motivante e personalizzata) produce risultati sui quali vale la pena scommettere.
Ogni volta, infatti, che siamo stati capaci di metterci insieme: docenti, alunni, dirigenti, operatori scolastici, genitori…ma anche il bottegaio dell’angolo accanto alla scuola per esempio che, coinvolto, contribuiva a fare esercitare l’alunno che ancora non aveva le competenze sull’uso del denaro; ogni volta che siamo stati capaci di condividere difficoltà, dubbi, paure, ansie delusioni, e soprattutto, idee, esperienze, conoscenze e competenze; ogni volta che siamo stati capaci di collaborare per obiettivi comuni , facendoci forti anche dei nostri valori, delle nostre certezze, della nostra fiducia, delle nostre speranze e del nostro entusiasmo; ogni volta che siamo stati capaci di cooperare, con l’intelligenza del cuore, per il progresso di tutti e per il bene comune abbiamo ottenuto risultati che hanno fatto parlare di miracolo.
Se miracolo possiamo chiamare la conquista della fiducia di un bambino, l’entusiasmo e l’impegno di un alunno che odiava la scuola, la gioia, la felicità e l’esultanza di un ragazzo che prende a calci e pugni le pareti dell’aula, anziché i compagni come faceva abitualmente, quando finalmente, in terza media, col PROGETTO G.I.O.CO., impara a leggere, a scrivere e a far di conto.
E devo dire che, ancora oggi, mi stupisce e mi sembra davvero un miracolo constatare quanto poco a volte possa bastare per motivare un alunno e per stimolare la sua curiosità, per mettere in moto la fantasia e la creatività, per trasformare un bullo in un leader positivo, ma anche per sentire dire ad una collega, prima demotivata e disperata, ‘Non ho più paura di entrare in quella classe ‘.
Ma il vero miracolo, a mio parere, sta nella cooperazione
La cooperazione è l’unica scommessa vincente