– E adesso leggiamo.-
– Non so leggere!- disse Giuseppe, chiudendo e spingendo verso di me il libro che avevo aperto alla pagina in cui c’era il brano de “I Promessi Sposi”, assegnato dall’insegnante per quel giorno.
– Non importa se non sai leggere – lo rassicurai – imparerai; sono qui per questo. Se tutti sapessero leggere e scrivere sarei disoccupata e dovrei andare subito a cercarmi un altro lavoro per vivere.
– Allora – continuai – vediamo un po’: le vocali le conosci?-
– Si. – rispose timidamente.
– Bene!
– E l’alfabeto?
– Si.
– Benissimo!
– Sai leggere le sillabe?
– Si.
– Perfetto! Direi che siamo proprio a buon punto.
Mentre mi guardava stupito e confuso (non capiva se lo prendevo in giro oppure dicevo sul serio), ho riaperto il libro alla stessa pagina e:
– Vediamo quali parole di questo brano sai leggere – dissi porgendoglielo di nuovo.
Come un automa cominciò.
La lettura era sillabica, stentata, priva di espressività, ma leggeva!!!
– E questo me lo chiami “non saper leggere!?” – commentai – Caspita! Se tutti quelli che non sanno leggere, fossero in grado di leggere come sai leggere tu… Certo, hai ancora delle incertezze, ma vedrai che imparerai benissimo. Dovrai solo seguire i miei suggerimenti.-
Giuseppe pendeva già dalle mie labbra.
Da quel momento è cominciata una gara che, per me, consisteva nella ricerca incessante di strategie, metodi e mezzi che potessero favorire e facilitare esperienze di successo scolastico, per Giuseppe in un impegno strenuo , inizialmente per non tradire la fiducia che gli avevo dato, successivamente per la gratificazione delle lodi che cominciarono a piovergli da tutte le parti e, infine, per il piacere e la soddisfazione di sentirsi competente.
Quattordici anni, seconda media, diciotto ore di sostegno per insufficienza mentale lieve e grave svantaggio socio-ambientale. Istituzionalizzato dall’età di sei anni, Giuseppe creava problemi, soprattutto perché col suo comportamento impediva il normale svolgimento delle lezioni.
Etichettato come: svogliato, pigro, demotivato, difficile; infine, miracolato.
I mezzi che hanno operato il miracolo: fiducia, incoraggiamento, personalizzazione.