Ho deciso di scrivere filastrocche per parlare con i ‘piccoli’ dei problemi che mi stanno a cuore. Con i ‘grandi’ non riesco più a parlarne; o perché non condividono i miei interessi o perché non hanno il tempo di ascoltarmi. I bambini, invece, ne hanno tanto di tempo.
Naturalmente, non parlo dei figli dei ricchi perché, poveretti, pure loro sono oberati da mille impegni: la musica, la danza, la piscina, la palestra, le arti marziali, il doposcuola, le lingue straniere… Loro non possono restare indietro; devono correre, correre sempre, se vogliono arrivare primi. Dove? Non importa. Ciò che conta è arrivare primi.
I figli della povera gente, invece, i figli dei disoccupati e di tutti quelli che lottano per la sopravvivenza quotidiana non hanno i soldi per pagarsi tutte queste attività; in compenso, però, sono i padroni assoluti del loro tempo: hanno tutto il tempo che vogliono, perciò possono anche perderlo per le strade, lungo quelle strade dove molto spesso si perdono.