Così come l’introduzione di attività ludiformi e laboratoriali nella didattica quotidiana, anche le modalità e i percorsi che vengono proposti per l’apprendimento cooperativo nascono dal vivo desiderio di trovare risposte adeguate ai bisogni di ciascuno; per personalizzare, quindi, gli interventi e per favorire, nello stesso tempo, l’integrazione e il massimo sviluppo di tutti; ma nascono anche dalla mia necessità di aiuto e di collaborazione, principalmente, da parte degli stessi alunni.
Semplificare testi, costruire schemi, sintesi e mappe concettuali; individuare e ricostruire le fasi di un processo, le sequenze di un racconto, gli avvenimenti più importanti di un periodo storico; elaborare definizioni e questionari; progettare, organizzare e realizzare strumenti motivanti ed efficaci… erano compiti che mi portavo a casa ogni giorno, per facilitare i più deboli, e che erano sempre più gravosi e impegnativi.
Perciò, facendo di necessità virtù, questi compiti, a poco a poco, sono diventati esercizi di potenziamento e sviluppo per quegli alunni che sono motivati, preparati e dotati di buone capacità intellettive e che, a volte in certi contesti, vengono penalizzati e mortificati, privando nello stesso tempo la comunità di un apporto prezioso per tutti.
I materiali prodotti da questi allievi vengono, infatti, utilizzati dai compagni che hanno bisogno di recuperare o consolidare conoscenze e abilità di base. Vengono, perciò, copiati e ricopiati, manualmente o al computer, per costruire giochi e strumenti didattici o per realizzare dei testi, corredandoli di immagini, didascalie, questionari…; per svolgere, insomma, esercizi di letto-scrittura, comprensione, arricchimento lessicale, ortografia, grammatica, calcolo…
E, pertanto, secondo itinerari diversificati, nel rispetto di tempi, modi e ritmi di apprendimento e in relazione alle capacità di ognuno e agli obiettivi educativi e didattici programmati, ma anche in base agli interessi e alle inclinazioni personali, gli alunni, cooperando, realizzano non solo materiali ludiformi, ma anche libri di cruciverba, filastrocche, antologie….
Ognuno esegue una parte del lavoro necessario
e il prodotto finale è opera di tutti.
La varie attività vengono svolte singolarmente, in coppia o a piccoli gruppi, senza ruoli fissi ma intercambiabili (quando è possibile) e comunque sempre integrati. Spesso, infatti, gli alunni, svantaggiati, problematici e difficili sono dotati di buone capacità operative e organizzative, logiche e critiche e, soprattutto, di autonomia, vivacità e originalità di pensiero. La loro interazione con compagni che possiedono una buona preparazione di base e una adeguata conoscenza dei contenuti disciplinari, risulta perciò proficua e arricchente per tutti.
L’apprendimento cooperativo permette, in conclusione, di valorizzare, apprezzare e sviluppare le diverse abilità e intelligenze e consente a ciascuno di sperimentare i vantaggi, anche personali, della cooperazione. E così, il compagno, l’altro non viene più percepito come avversario o come ostacolo ma, al contrario, come condizione della propria realizzazione. E mentre la competizione, oltre a creare ansia, tensioni e conflitti, penalizza ed emargina i più deboli, l’apprendimento cooperativo favorisce, invece, l’incontro, il dialogo, l’ascolto, la conoscenza reciproca e lo sviluppo dell’attenzione nei confronti degli altri.
Attraverso l’apprendimento cooperativo si creano, infatti, i presupposti per l’apprendimento servizio; si creano le condizioni per l’unica sana competizione che conosco: quella con se stessi; la competizione, cioè, che fa nascere il desiderio di raggiungere mete sempre più alte non per superare, vincere e schiacciare l’altro, ma per aiutarlo; si creano le condizioni perché ognuno, come il gabbiano Jonathan, impari a volare più in alto per insegnare agli altri a volare più in alto; si creano le condizioni perché ognuno impari a mettere