Tra le tante filastrocche composte dai miei alunni, ne voglio proporre due tratte dalla raccolta “Le nostre rime con L’INVENTAPAROLE” e scritte dagli allievi della scuola secondaria di primo grado del VI Istituto Comprensivo “E. Castronovo” di Messina, con i quali il PROGETTO G.I.O.CO. è stato, per la prima volta, sperimentato per il triennio, con tutta la classe e per tutte le discipline, grazie ad un finanziamento del Rotary Club di Messina.
La maggior parte delle filastrocche di questa raccolta sono state composte con le parole trovate modificando la consonante iniziale del termine cento e cioè: cento, lento, mento, pento, sento, tento.
La prima, I miei errori, è il risultato di un lungo lavoro, attraverso il quale siamo riusciti a fare comprendere a tutti gli alunni che “chiedere scusa” non è una manifestazione di debolezza, come molti credono, ma che al contrario ammettere ed assumersi le proprie responsabilità è un atto di grande coraggio e perciò degno di ammirazione e di imitazione.
La seconda, Un sorriso per tutti, è stata scritta in occasione di una visita del provveditore e del dott, Gaetano Basile, imprenditore messinese, che in qualità di presidente del Rotary, ha sollecitato il finanziamento per la sperimentazione del PROGETTO G.I.O.CO.. I ragazzi coinvolti in questa esperienza si sono sentiti dei privilegiati e con questa filastrocca hanno voluto esprimere il loro invito alle autorità perché la stessa opportunità venisse estesa a tutti i bambini.
I miei errori
Ascolto il rumore delle onde e sento
soffiare sul mare incostante il vento,
a volte forte altre volte lento.
Da lontano osservo, penso e mi tocco il mento,
assorto nei miei pensieri, e di riflettere tento
sui miei errori che sono più di cento.
Li riconosco, li ammetto e perciò mi pento.
Un sorriso per tutti
A ringraziare il presidente del Rotary provo e tento
e da tutta la classe è condivisa la gratitudine che sento.
Ci ha spronati a studiare con serietà e con gioia, non mento,
perciò il suo ricordo non volerà via col vento.
A lui, al provveditore e a chi ha potere, un augurio, uno solo non cento,
che non debbano mai dire:”Potevo fare sbocciare un sorriso e non l’ho fatto, mi pento”.