…..in Dalle ‘Indicazioni’ alla scuola, Linee di sviluppo didattico, a cura di Cesare Scurati, EDITRICE LA SCUOLA, 2004
Da anni mi occupo di un progetto di rinnovamento educativo e didattico trasversale che interessa tutti gli alunni, dalla scuola dell’infanzia alla scuola media, e che ho chiamato <<Progetto G.I.O.CO.>> (Gioco, Imparo, Opero, Coopero). Tale progetto si basa innanzitutto sulla convinzione che il gioco sia fondamentale e importante, non solo dal punto di vista educativo e didattico ma anche come libera espressione della fantasia e delle creatività; rappresenta quindi un bisogno profondo, una delle esigenze più intime della persona a tutte le età.
Il filosofo Friedrich Schiller scriveva: <<L’uomo gioca solo quando è nel pieno significato della parola uomo; ed egli è totalmente uomo solo quando gioca>>.
Anche il <<fare>>, oltre ad essere una modalità di apprendimento pratico, operativo e perciò particolarmente efficace perché permette di impadronirsi anche dei processi di apprendimento, rappresenta un modo di esprimersi e di realizzarsi dell’individuo, e quindi una necessità di vita. Toccare, manipolare materiali e cose aiuta a scoprire e a conoscere il mondo circostante, ma anche a padroneggiarlo e a porsi come soggetto attivo, intervenendo sulla realtà stessa, trasformandola, modificandola, imprimendole la propria impronta.
Giocare, inventare, fare, produrre sono anche una fonte di grande gratificazione per l’uomo che in tal modo continua l’opera della creazione.
Trovo significativo il racconto biblico laddove simbolicamente si narra che Dio abbia creato l’uomo impastando del fango e modellandolo con le mani, quasi come in un gioco, e poi si sia compiaciuto ammirando il suo capolavoro.
Lo stesso compiacimento accompagna sempre l’uomo che produce e che crea con le sue mani, come è chiaro e manifesto nell’orgoglio che c’è sempre nell’espressione <<L’ho fatto io!>>.
Il giocare e il fare hanno quindi un’importanza fondamentale per la formazione, la crescita, lo sviluppo armonico ed equilibrato, la piena realizzazione della persona, ma anche per esprimere l’infinita ricchezza che ognuno ha dentro di sé.
Il Progetto G.I.O.CO. riassume, dunque, l’essenza di una proposta educativa e didattica che si basa sul gioco, sulla operatività e sulla cooperazione. Si tratta di una proposta non soltanto teorica, ma di una scommessa quotidiana, impegno concreto di ricerca e di sperimentazione, supportato dalla collaborazione di dirigenti, colleghi, alunni e operatori del VI Istituto Comprensivo “E. Castronovo” di Bordonaro (ME), dove si è avviata una piccola rivoluzione.
Giocare, inventare, fare, produrre e cooperare stanno coinvolgendo le classi dalla materna alla media modificando una realtà scolastica in cui il gioco spesso è ritenuto ancora un’attività adatta solo ai più piccoli, i lavori manuali utili ai soggetti con difficoltà di apprendimento, la collaborazione considerata un’utopia in una società in cui l’individualismo e la competizione, nella migliore delle ipotesi, sembrano un male necessario e un imperativo categorico.
In una società consumistica, in cui l’avere sembra avere il predominio sull’essere, progressivamente rischiamo di privarci e di farci privare del piacere di giocare, del piacere di fare, del piacere di conoscere, del piacere di apprendere, del piacere di lavorare, del piacere di collaborare, del piacere e del privilegio di pensare e di scegliere. <<Mi piacerebbe fare… ma non posso!>> è una delle espressioni che ricorrono sempre più spesso.
Nonostante il progresso tecnologico ci sollevi dalla fatica di molti lavori, siamo sempre di più attratti nel vortice di un fare spesso privo di senso e talvolta persino di utilità anche a scuola, dove i tempi della burocrazia limitano quelli dello studio, della ricerca, della progettazione creativa, indispensabili per dare risposte adeguate alle innumerevoli domande che gli alunni ci pongono e alle sfide a cui una realtà sempre più difficile e complessa ci chiama.
Immersi in una realtà in cui tutto viene offerto pronto per l’uso, diventiamo sempre di più fruitori e consumatori passivi e perdiamo il gusto dell’iniziativa autonoma. Nella società globalizzata e tecnologica si fa, inoltre, sempre più forte la tentazione di sostituire all’incontro reale con l’altro, difficile perché esigente e complesso, quello virtuale; il contatto con il mondo reale, le emozioni e la stessa vita tendono a diventare virtuali e ad essere sostituiti da giochi che allontanano dalla realtà, proiettando in mondo illusorio e fomentando atteggiamenti aggressivi e violenti.
Assistiamo al dilagare di giochi fortemente competitivi, diseducativi e demenziali che distorcono il senso e il valore autentico del ludico e allontanano il soggetto dalla relazione responsabile e solidale con l’altro, con il mondo e con le cose.
Di fronte al diffondersi di un fare e di un giocare alienanti, la scuola ha il dovere di proporsi come luogo in cui il giocare e il fare abbiano un significato educativo e didattico, luogo in cui l’avventura del conoscere, del comunicare e dell’esprimersi coinvolga <<mani, mente e cuore>> e dove tutti i linguaggi e tutti i tipi di intelligenza vengano stimolati, valorizzati e finalizzati a costruire relazioni interpersonali significative e reciprocamente arricchenti. Giocare e fare cooperando sono esperienze capaci di motivare perché produttrici di senso e vissute come arricchenti.
Nel laboratorio abbiamo progettato e realizzato insieme giochi educativi e didattici che si possono costruire con i bambini. Tali attività, oltre a stimolare e sviluppare la fantasia, la creatività e l’autonomia, hanno lo scopo di facilitare e rendere ancora più piacevole, divertente ed efficace il processo di apprendimento e di condivisione. I bambini, infatti, acquisiscono conoscenze, abilità e competenze relative ai vari campi di esperienza educativa durante la fase della costruzione stessa dei giochi e le consolidano poi, divertendosi ancora a giocare con i compagni, secondo modalità cooperative , con quegli stessi giochi che hanno contribuito a costruire.
Costruire i propri giochi, oltre al piacere di farli sentire autori e protagonisti, li aiuta ad apprezzare e a dare senso alle cose, contro la cultura del consumo e del giocattolo usa e getta.
Costruire assieme ai compagni i giochi, giocare insieme, apprendere insieme, divertirsi insieme serve a combattere e, principalmente, a prevenire la cultura dell’individualismo e della competizione, mettendo i bambini nelle condizione di sperimentare concretamente l’importanza della collaborazione e il piacere della cooperazione.